05/10/2010
L'avvocato può essere chiamato a rispondere del danno anche per una interpretazione errata delle procedure.
I casi pratici sinora affrontati dalla giurisprudenza, per la responsabilità civile dell’avvocato avevano sempre a che fare con errori inerenti il mancato rispetto del termine per proporre appello oppure opposizione a decreto ingiuntivo; mancato compimento di atti interruttivi della prescrizione, ecc..
Nella pronuncia allegata della Suprema Corte di Cassazione si afferma invece un principio innovativo che era stato sempre negato: la responsabilità dell’avvocato per errori inerenti le attività connesse all’interpretazione delle leggi e, in generale, alla risoluzione delle questioni opinabili, ivi incluse le scelte processuali.
Nel caso specifico si trattava di avere adottato “l'adozione dell'atto di citazione piuttosto che del possibile ricorso per decreto ingiuntivo, quale mezzo per il recupero di un credito”.
Se il concetto verrà applicato in tutte le sue forme, anche per gli avvocati si assisterà alla caduta di un tabù: ammettere il sindacato sulla attività concernente le scelte processuali, da sempre ritenuta prerogativa esclusiva e insindacabile del professionista del foro.